Quante volte abbiamo sentito dire che mangiare la frutta a fine pasto non va bene perché “fa ingrassare”, “riempie troppo” o “fa gonfiare la pancia”? Ecco si è detto un po’ di tutto sul mangiare la frutta dopo i pasti. SBAGLIANDO!
Ogni volta mi viene da sorridere e rifletto su quanto sia complicato comunicare la scienza in un mondo ormai così assuefatto dal web, dove ognuno dice la propria e impone “pseudo-verità”, specialmente in ambito di alimentazione e nutrizione (ma non solo!).
Alcuni nutrienti della frutta (fibre, oligosaccaridi) possono effettivamente rallentare un po’ il transito del cibo nel tratto gastrointestinale e originare processi di fermentazione con conseguente sensazione di gonfiore addominale.
Queste situazioni si verificano in coloro che presentano una maggiore sensibilità intestinale, ad esempio in caso di colite ulcerosa, meteorismo o intestino irritabile. Fatta eccezione per le condizioni appena citate, non vi sono controindicazioni inerenti al consumo di due-tre frutti al giorno, anzi, la corretta alimentazione ritiene la frutta indispensabile per la salute e per il controllo del peso.
Ci sono infatti molti motivi per chiudere pranzo e cena con un frutto:
La sua acidità facilità l’assorbimento del ferro contenuto nelle verdure;
Accompagna il cibo nella digestione proteggendolo dai danni ossidativi;
È ricco di fibra e acqua e quindi facilità il transito intestinale;
Il suo sapore acidulo da all’organismo il segnale di fine pasto;
Quello granuloso, come la mela o la pera, favorisce la pulizia dei denti;
Consumare la frutta alla fine del pasto, fa sì che gli zuccheri che contiene vengano rilasciati nel sangue più lentamente di quando si mangia la stessa frutta a digiuno;
Concludendo, mangiamo la frutta quando vogliamo, purché non si superino le 3 porzioni di frutta al giorno come raccomandato dalle Linee Guida per una sana alimentazione della Società italiana di Nutrizione umana (SINU).
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